Gli italiani consumano caffè in cialde. Spesso si sottovaluta l’impatto economico di quest’abitudine, senza trascurare quello ambientale.
Il consumo le cialde in alluminio è in aumento in Italia: rappresentano più della metà del caffè consumato a casa, l’80% dei quali è dotato di una macchina adatta. Ma anche se ne consumiamo 9 miliardi di unità all’anno, questi baccelli sono spesso accusati di tutti i mali.
Un articolo anonimo, diventato virale sui social network e sui forum, ha riacceso la polemica attorno a queste capsule, che accusa, ad esempio, di contenere “una dose di cancro ogni volta“. Impatto ecologico, riciclo, tossicità, costi… Cos’è veramente? Le cialde in alluminio sono infatti difficili da riciclare. Il marchio, tuttavia, si è impegnato in questo ambito: i suoi clienti sono ora invitati a restituire le loro cialde usate in negozio o nei punti di raccolta.
Vengono poi riciclati nei Paesi Bassi, dove l’alluminio viene separato dai fondi di caffè e poi rifuso per essere riutilizzato.
Per produrre una tonnellata di alluminio sono necessarie quattro tonnellate di bauxite (un minerale). Per ottenere ciò la bauxite deve essere trattata: è da questo trattamento che si ottiene il fango rosso. Questi contengono titanio, ossido di ferro, ossido di alluminio, silicio e persino cromo e cadmio in dosi molto basse.
Al termine del trattamento vengono rilasciati nell’ambiente carichi di queste sostanze tossiche. Qualche anno fa, Nestlé ha annunciato di aver unito le forze con Rio Tinto, il secondo gruppo minerario mondiale, per utilizzare capsule di alluminio responsabili certificate a partire dal 2020 e garantire il controllo degli scarichi.
Una cialda in alluminio (Nespresso o simili) contiene infatti dai 5 ai 7 grammi di caffè. A 0,30 euro per cialda di primo prezzo, ciò equivale a 60-70 euro al chilo di caffè. È infatti molto caro rispetto ai caffè classici: per fare un confronto, un chilo di caffè macinato costa circa 7/10 euro.
Un’indagine ha confrontato il costo reale del consumo quotidiano di caffè: il budget annuale di un consumatore varia da una a tre volte a seconda del caffè utilizzato. Tenendo conto del costo di una dose di caffè e della macchina, un consumatore di caffè macinato spende 109,5 euro all’anno rispetto ai 365 euro di un consumatore Nespresso.
Per quanto possa sembrare più pratica la capsula comporta un’evidente dispendio economico, senza sottovalutare l’impatto ambientale.
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