L’olio extra vergine d’oliva deve essere scelto accuratamente: ecco qual è quello che bisogna acquistare al supermercato secondo Altroconsumo.
L’olio extra vergine d’oliva è un prodotto estremamente utilizzato in cucina e che si distingue per essere particolarmente benefico per la salute. In particolare, stando a quanto dicono gli esperti è in grado di prevenire il rischio di malattie cardiovascolari, prevenendo anche il rischio di infarto. Non solo, pare sia anche capace di ridurre il rischio di diabete e di curare le ferite della pelle. Da citare sono anche le sue proprietà antinfiammatorie che lo rendono a conti fatti uno dei condimenti più salutari in assoluto, se assunto in dosi non eccessive chiaramente.
E’ importante precisare però che i predetti benefici sono da intendersi connessi al prodotto correttamente conservato e soprattutto di buona qualità. Di conseguenza, risulta fondamentale sapere quali sono i fattori da valutare in modo tale da evitare di compiere una scelta sbagliata. In questo senso, Altroconsumo ha specificato qual è l’olio extra vergine d’oliva dalle caratteristiche tecniche migliori.
Olio extra vergine d’oliva, come sceglierlo
L’olio extra vergine d’oliva è senza ombra di dubbio uno dei condimenti più utilizzati nella cucina italiana. Nello specifico si caratterizza per essere uno dei prodotti grazie al quale è possibile dare maggiore risalto alle pietanze, rendendole senz’altro più buone. Oltre a ciò, si tratta di un prodotto particolarmente benefico per la salute laddove chiaramente non si ecceda nel consumo.
Ciò detto, può essere utile sapere che i consumatori possono ritrovarsi a compiere la scelta sbagliata quando si recano al supermercato. Il prodotto in esame, difatti, deve essere conforme ad una serie di parametri che nei fatti ne stabiliscono la qualità o meno.
Tanto per cominciare, bisogna prestare attenzione al gusto e all’aroma. Non è un caso, infatti che esistono due categorie di assaggiatori, quelli ufficiali che si occupano di controllare la qualità dell’olio, e quelli professionali che lavorano per conto di associazioni, enti locali e così via. Ebbene, un gruppo di assaggiatori scelto dal Governo è stato chiamato a giudicare 30 olii. In 11 di questi sono stati riscontrati difetti che hanno spinto gli esperti a declassarli come vergine e non extravergine. La differenza risiede nel fatto che nel primo caso il sapore come anche l’odore risultano essere inferiori. Il motivo risiede nel fatto che in questo caso l’olio di oliva viene raffinato con altri.
Ovviamente, i difetti potrebbero anche essere il frutto di una scorretta conservazione e dunque riguardare la fase distributiva. Ad ogni modo, va anche detto che i produttori non concordano con i nostri dati e le relative conclusioni. Alcuni dei produttori degli 11 olii analizzati hanno inviato le loro analisi rivelando quanto in realtà siano effettivamente “extravergini”. In poche parole, i test effettuati sui prodotti in esame non rivelano una volontà prendere in giro i consumatori, vendendo un prodotto per un altro.